La politica italiana e probablimente anche europea è infiammata da alcuni giorni dal dibattito sul caso Ilaria Salis, giovane donna italiana detenuta in carcerazione preventiva da ormai 11 mesi in Ungheria (paese UE).
Salis è sotto processo per aver aggredito due giovani uomini di ideologia neonazista durante una contro-manifestazione anti-nazifascista organizzata in risposta ad una manifestazione di stampo nazista a cui partecipano i due ragazzi stessi.
Fanno scalpore le condizioni in cui la povera Ilaria è detenuta: rinchiusa in una vera e propria “gattabuia” con dei soli vestiti intimi pure sporchi, ammanettata alla parete della sudicia cella in cui circolerebbero gli scarafaggi, come raccontano diverse fonti. La ciliegina sulla torta, che non ha permesso più a nessuno di rimanere indifferente, è stato il Processo tenutisi Lunedì: Salis è stata portata in aula ammanettata e con un guinzaglio legato alle gambe, tenuta sotto stretto controllo da una poliziotta. Ora la Procura Ungherese chiede per lei una condanna di ben 11 anni di carcere.
Le opposizioni italiani sono andate subito all’attacco, chiedendo alla Presidente del Consiglio Meloni di intervenire: quest’ultima ha sentito ieri per telefono il premier ungherese Victor Orban, suo storico alleato. La situazione è comunque piuttosto tesa e il nostro governo si sta muovendo in modo molto cauto: parallelamente al rispetto dei diritti umani infatti bisogna garantire l’indipendenza della magistratura e la sovranità ungherese. Quel che è certo è che questa vicenda rappresenterebbe l’ennesima violazione del diritto comunitario europeo dalla parte dell’Ungheria, che sta commentendo non poche infrazioni a fronte di sanzioni molto timide da parte dell’UE.
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