Domenica scorsa si sono tenute le elezioni regionali anche in Abruzzo. Questa volta la sfida era a due, tra Marco Marsilio (candidato del centrodestra) e Luciano d’Amico (candidato del campo larghissimo di centrosinistra fatto da PD + AVS + M5S + Azione). Le leggi elettorali erano però diverse da quelle della Sardegna: il voto disgiunto non era consentito è così Marsilio ha vinto con il 53,5% dei voti.

Non si è sperimentato dunque l’osannato “effetto Sardegna” tanto sperato dalla Sinistra. Questa volta infatti la Destra non ha avuto diatribe per la scelta del candidato ma ha scelto senza esitazioni di ricandidare il governatore uscente, figura che vantava già di un certo apprezzamento dagli elettori di centro-destra, che non apprezzavano molto invece il candidato per le elezioni sarde (Paolo Truzzu). Il campo “larghissimo” dovrebbe quindi ancora radicarsi…

Di seguito i risultati dei singoli partiti:

• Fratelli d’Italia (partito del vincitore) si attesta al primo posto con il 24,1%
• Il Partito Democratico ha preso il 20,29%, dato decisamente in aumento rispetto all’11,1% del 2019: è diventato perciò il secondo partito abruzzese.
• In aumento anche Forza Italia (13,4%) rispetto all’11,1% del 2019, che si aggiudica così la medaglia di bronzo.
• E’ in grande calo invece la Lega, che scende dal 27,3% del 2019 al 7,5% dei voti, così come…
• …il Movimento 5 Stelle, che dal 19,7% a queste elezioni è scivolato al 7%.
• Infine, Alleanza verdi sinistra ha preso il 3,5% e i Riformisti civici (con Italia Viva e Socialisti Abruzzesi, quindi per D’Amico) il 2,8%.

L’affluenza alle urne è stata del 52,1%, in leggero calo rispetto alle ultime elezioni (2019). Questo significa che in realtà una grossa maggioranza relativa (ben il 47,9%!) non ha espresso preferenze per nessun partito, cosa che dovrebbe far riflettere i politici di tutte le forze politiche.